Creare Comunicazioni – Nuove strategie e strumenti di comunicazione per connettere e promuovere il patrimonio mondiale UNESCO
Questo secondo progetto ha voluto creare un canale comunicativo tra cultura, luoghi e persone, alimentato dal concetto di meraviglia e magia, in grado di favorire l’interesse e il coinvolgimento del pubblico: un medium tra la tradizione museale classica europea e il mondo digitale moderno, reinterpretato e ricostruito.
Il target è quello dei giovani ventenni. Gli attori coinvolti sono stati il Conservatore dei Musei Civici e referente dell’Ufficio Patrimonio Mondiale dei Musei Civici di Padova, il responsabile dei Musei Civici di Padova, il referente per le attività didattiche ed educative di Biosphaera s.c.s. e il Content e Project Manager di Camuffo Lab.
I Musei Civici di Padova sono un’istituzione no-profit per la gestione, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale di proprietà civica, insieme alle Biblioteche Civiche (Comune di Padova, Regolamento dei Musei Civici di Padova, 2013). Comprendono diverse sedi, tra cui la Cappella degli Scrovegni, i Musei Civici, diversi palazzi, la Loggia e Odeo Cornaro.
Nel corso degli incontri, l’istituzione evidenzia la necessità di cambiare il modo di comunicare i Musei: il pubblico deve essere attratto dalla curiosità, poiché sono cambiate le dinamiche della fruizione artistica e le conoscenze di base del visitatore. A questo si è legata la necessità di coinvolgere maggiormente i cittadini, a partire da stimoli volti ad attivare meccanismi di pensiero a livello pubblico, coinvolgendo il settore dei giovani ventenni definiti generazione Z, attualmente poco presenti negli spazi museali (Vicino, 2021). Nel periodo in cui si svolgevano gli incontri di SACHE, i Musei Civici di Padova stavano lavorando al progetto “Padova Urbs Picta“, che mirava a far entrare nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità il ciclo di dipinti padovani risalenti al 1300 (impresa conclusa nel luglio 2021).
CamuffoLab è uno studio di progettazione grafica e ricerca grafica con sede a Venezia: si occupa principalmente della creazione di identità grafiche e pubblicazioni, mostre, siti web ed esperienze digitali in ambito artistico, per amministrazioni pubbliche o enti privati. Occupandosi di direzioni artistiche, realizzazioni di libri, cataloghi, attività di naming, marchi e logotipi, corporate identity, strategia digitale e altri importanti campi della comunicazione grafica, questa realtà imprenditoriale è apparsa allineata alle necessità del museo di innovare le proprie strategie di comunicazione.
Biosphaera è la cooperativa sociale senza scopo di lucro che opera nei settori della comunicazione, dell’educazione e dello sviluppo di progetti culturali che abbiamo presentato in precedenza.
Dalle sinergie e dai bisogni attivati dal dialogo tra questi tre attori, è emersa l’idea di lanterne magiche, di Wunderkammer in grado di creare suggestioni nel pubblico o di mostrare potere e prestigio. Dalla proposta precedentemente presentata da Biosphaera dell’hub itinerante che hanno implementato in altre progettualità, sviluppano l’idea di una “WunderCam”, una scatola colorata e appariscente, posizionata in spazi pubblici, che invita le persone a guardare al suo interno. Lì sarebbe stato collocato un monitor dove un video mostrava una mostra o uno spazio museale, per creare una vera e propria connessione emotiva con gli edifici museali: attiva di giorno e di notte, la scatola avrebbe dovuto rendere vivo il museo.
CamuffoLab si sarebbe occupato del coinvolgimento del pubblico, essendo esperto nel campo della comunicazione, stimolando il coinvolgimento dei cittadini attraverso attività di apprendimento, e formulando domande da porre sui box volte a suscitare l’interesse del pubblico. In questa visione, il museo viene spostato dal suo contesto originario e abituale, per prediligere un approccio più interattivo che possa coinvolgere diversi target di pubblico.
Durante i vari incontri, il progetto si è evoluto per essere più in linea con la candidatura e la valorizzazione dei due siti UNESCO su cui i Musei stavano già lavorando e l’idea progettuale ha preso il nome di “L’Erbario degli Scrovegni”, letteralmente “L’erbario degli Scrovegni”. Si tratta di realizzare due cassette a grandezza naturale situate vicino alla biglietteria del Museo degli Eremitani e dell’Orto Botanico di Padova, con l’obiettivo di unire simbolicamente i due siti UNESCO, l’Orto Botanico e Padova Urbs Picta. Le scatole devono essere uno strumento di scoperta e di immersione, in grado di riunire i due siti attraverso un percorso comune che richiama gli affreschi e la città di Padova. La prospettiva innovativa è qui la strategia di comunicazione, che non agisce solo sulla reputazione ma è finalizzata ad attrarre le nuove generazioni attraverso il canale mediatico dei video, dei suoni e della grafica, veicolato attraverso oggetti insoliti e affascinanti.
Si ipotizzava che la realizzazione e la restituzione del progetto richiedesse 7 mesi, ma gli attori non sono riusciti a trovare le risorse necessarie e quindi il progetto non è stato ancora realizzato.
Possiamo considerare questo secondo prototipo come un tentativo di creare una partnership strategica tra musei e imprese, nata da una comunicazione immersiva che ha fatto emergere bisogni e necessità. Possiamo prendere in considerazione l’ambiente positivo promosso da SACHE e vederlo come un modello esemplare in grado di creare sinergie e dialoghi proficui tra soggetti diversi con esigenze diverse, che grazie a questi stimoli insieme sono stati in grado di ideare un progetto fondato sull’innovazione e sullo scambio di conoscenze.